È una tecnica colturale caratteristica della pianura padana; consiste nell’irrigare, utilizzando l’acqua proveniente dalle risorgive, anche nella stagione invernale. Nella stagione estiva i prati vengono irrigati periodicamente, in quella invernale sono irrigati in modo continuato. L’acqua di risorgiva, sgorga per tutto l’anno ad una temperatura costante compresa fra gli 11 e i 14 °C, viene mantenuta in continuo movimento dalla conformazione dolcemente declinante del terreno, impedendo in questo modo che ghiacci; lo sviluppo della vegetazione prosegue così anche durante l’inverno, rendendo possibile effettuare annualmente almeno sette tagli di foraggio, contro i tre o quattro ottenuti dalla coltivazione del migliore prato stabile.

La storia
Il nome di marcita deriva dall’antica consuetudine di lasciare l’ultimo taglio invernale a “marcire” nel prato irriguo. L’utilizzo delle marcite permetteva ai contadini di alimentare il bestiame anche d’inverno con erbe fresche, ottenendo rese di latte e derivati del latte che primeggiavano in Europa. Il primo taglio del foraggio veniva effettuato a fine febbraio e l’ultimo fra la fine di novembre e la metà di dicembre. Nel corso del XX secolo le colture a marcita sono state abbandonate a favore della coltura industriale del mais, più produttiva; questo progressivo mutamento ha decretato anche l’abbandono della maggior parte dei fontanili della pianura padana, mettendo a rischio numerose specie animali e vegetali che vi trovano il proprio habitat naturale.

La struttura e il funzionamento
Il funzionamento della coltivazione a marcite è estremamente semplice, ma allo stesso tempo difficile da realizzare, poiché richiede tecniche idrologiche avanzate e precise. Un prato può dirsi coltivato a marcite quando è percorso uniformemente da un velo d’acqua in costante movimento, che deborda da una roggia di alimentazione adiacente alla coltivazione. Per consentire la distribuzione ed il movimento uniforme dell’acqua, il terreno dev’essere caratterizzato da una pendenza leggera ed omogenea; dal lato opposto rispetto alla roggia di alimentazione dev’essere situata una roggia drenante. L’acqua così raccolta può essere nuovamente impiegata per irrigare un campo posto più a valle e poi un’altro sino a che le acque non saranno divenute troppo scarse, o fredde, per consentirne un ulteriore sfruttamento a fini colturali. Il funzionamento ottimale della coltivazione a marcite, com’è facile immaginare, presuppone un livellamento del terreno ed una manutenzione del sistema estremamente complessi ed accurati.

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NOVITA' 2007